Dopo l’approvazione della legge che in Inghilterra vieta il botox agli under 18, in Italia ci si interroga ancora una volta su sicurezza e opportunità della sostanza.
Recentemente approvata dal governo inglese ed entrata in vigore dal primo ottobre scorso, la Botulinum Toxin and Cosmetic Fillers (Children) Act vieta ai minorenni di sottoporsi a botox e filler. Un provvedimento dettato dal dilagare di un problema che coinvolge un’intera generazione che negli ultimi anni sembra aver fatto un uso smodato dei c.d. baby ritocchi, diffusi a macchia d’olio in Oltremanica come negli Stati Uniti. Basti pensare che solo nel 2020 nel Regno Unito sono stati eseguiti più di 41mila interventi estetici a base di tossina botulinica sui minorenni e che, come riporta il Daily Mail in un’intervista al Ministro della Sanità Nadine Dorries, nel 2017 hanno riguardato ben 30 mila ragazzi. Si tratta dunque di un vero e proprio allarme sociale, del quale sono innegabilmente co-responsabili i social network, promulgatori di un tipo di estetica “iperrealista” grazie all’utilizzo dei “filtri bellezza” di Instagram, e i tanti reality show che contribuiscono ad esaltare caratteristiche fisiche di un certo tipo.
Da qui la richiesta dei ragazzi ad effettuare questo genere di interventi con il placet dei genitori che non prendono abbastanza seriamente la questione e la complicità di medici irresponsabili e spesso non preparati ad eseguire queste pratiche. Interventi che, considerati di “pre-ringiovanimento” per questa fascia di età ed eseguiti con l’intento di regalare un aspetto più disteso e rimpolpato, finiscono per far apparire i visi dei giovanissimi tutti uguali e molto simili ai filtri di Instagram e Snapchat, senza contare i rischi per la salute dei ragazzi connessi ad un’inadeguata applicazione.
E cosa succede invece nel nostro Paese? Da noi i trattamenti estetici a base di tossina botulinica sono permessi ai minorenni soltanto con il consenso di entrambi i genitori e sono eseguibili solo per comprovate esigenze. Nonostante non esista una regolamentazione specifica della materia se non quella valida generalmente per i trattamenti estetici, nel nostro Paese l'uso della tossina botulinica è sconsigliato nei pazienti con meno di 18 o con più di 65 anni e nelle donne in gravidanza e, nonostante si sii parli sempre e a più riprese di un aumento delle richieste di interventi di medicina e chirurgia estetica da parte degli adolescenti negli ultimi anni, i numeri in realtà ci dicono che la realtà italiana è ancora molto diversa da quelli dell’Inghilterra e degli Sati Uniti.
Oggetto di confusione attorno al suo utilizzo e ai risultati ottenibili, in realtà la tossina botulinica è un ingrediente sicuro e affidabile che da oltre vent'anni combatte il problema delle rughe, tanto da essere il trattamento anti-invecchiamento più eseguito al mondo. Particolarmente indicati per attenuare visibilmente i segni dell’età che compaiono intorno agli occhi (c.d. zampe di gallina), sulla fronte e in mezzo alle sopracciglia indurendo lo sguardo, i trattamenti medico-estetici a base di tossina botulinica agiscono direttamente sui muscoli mimici impedendo il rilascio temporaneo dell’acetilcolina e la conseguente formazione delle odiatissime rughe.
Una pratica i cui risultati permangono per un periodo che va dai 3 ad un massimo di 6 mesi (variabile a seconda della capacità di riassorbimento del paziente) donando all’intero viso un aspetto più rilassato e armonioso. Quanto alla sua modalità di applicazione, il botulino viene iniettato attraverso una siringa dotata di ago sottilissimo direttamente nelle aree da trattare, non richiede anestesia ed è praticamente indolore.
Autorizzato da parte del Ministero della Salute solo da parte dei medici chirurghi specialisti in chirurgia plastica, dermatologia, neurologia e chirurgia maxillofacciale, la pratica del botulino va sempre effettuata da professionisti che abbiano seguito un percorso di formazione specifico e siano in grado di assicurare l’utilizzo di una delle tre tossine attualmente autorizzate nel nostro Paese (Vistabex, Azzalure e Bocouture) nonché un’applicazione in quantità adeguate. La sua pericolosità non risiede nella sostanza, ma nelle mani di chi lo esegue.
Articolo scritto dal Professor Mario Dini medico chirurgo Laureato all'Università degli Studi di Firenze e specializzato in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica presso l'Università degli Studi di Catania. Abilitato alla professione medica sia in Italia che negli U.S.A. e in Canada (Usmle). Già Primario del Reparto Universitario-Ospedaliero di Chirurgia Plastica del Centro Traumatologico Ortopedico (CTO) dell'Azienda Ospedaliera di Careggi e Professore Associato della Cattedra di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica dell'Università degli Studi di Firenze. Mario Dini ha partecipato a tirocini e aggiornamenti presso la Thomas Jefferson University di Philadelphia, l'Università di Porto Alegre in Brasile e l'Università di Parigi. Il Prof. Mario Dini ha all'attivo oltre 12000 interventi chirurgici e autore di oltre 160 pubblicazioni.