L’intervento di riduzione del volume del seno, ottenuto mediante la mastoplastica riduttiva, è un intervento di chirurgia plastica ed estetica che consente di ridurre le dimensioni di un seno troppo voluminoso e cadente o di correggere un’asimmetria mammaria. La mastoplastica riduttiva permette, inoltre, di eliminare i disturbi collegati all'eccessivo volume del seno quali: dolore alla schiena, alla regione cervicale, lombare e alla regione mammaria, cefalee, problemi di respirazione, dermatiti e ulcerazioni in corrispondenza delle spalline del reggiseno e nella piega sottomammaria, nonché problemi estetici e psicologici conseguenti alle limitazioni che un seno troppo grande può comportare nella scelta dell’abbigliamento, nello svolgimento di un’attività sportiva, nella vita sessuale o nella sfera sociale di una donna.
La presenza di un seno molto grande (ipertrofia) e cadente (ptosi mammaria) può dipendere da fattori genetici, dalla recettività ormonale del tessuto mammario o dall’eccessivo aumento di peso. Le ipertrofie mammarie sono classificabili secondo Regnault e Hetter, Canada, in tre diversi gradi (lieve, moderata e severa) a seconda del volume del seno da asportare (fino a 200 cc., fra 200 e 500 cc, fra 500 e 800 cc.) o in base al grado di rilassamento della mammella e alla posizione del complesso areola-capezzolo rispetto al solco sottomammario.
Quando il volume del seno da rimuovere supera gli 800 cc. si parla di gigantomastia, un’ipertrofia mammaria di notevoli dimensioni associata, generalmente, ad alterazioni patologiche della ghiandola e dei tessuti di sostegno. Il trattamento chirurgico della ipertrofia mammaria consiste nell’escissione del tessuto mammario in esubero, nella plicatura della ghiandola con fissaggio in una posizione più alta e nella ricollocazione del complesso areola-capezzolo in una posizione superiore. La mastoplastica riduttiva è un intervento relativamente complesso che dà generalmente ottimi risultati, a condizione però che venga eseguito da uno specialista in chirurgia plastica, esperto nel rimodellamento del seno, all’interno di strutture debitamente attrezzate e autorizzate.
La mastoplastica riduttiva è indicata per le donne il cui seno, essendo troppo voluminoso, può provocare disturbi quali:
La mastoplastica riduttiva ha una storia lunga e complessa che risale a diversi secoli fa, con l'evoluzione delle tecniche chirurgiche che hanno portato a miglioramenti significativi in termini di sicurezza, efficacia e risultati estetici. Ecco una panoramica della storia di questo intervento chirurgico.
I primi tentativi di ridurre il volume del seno possono essere fatti risalire al XVIII e XIX secolo, sebbene le tecniche utilizzate fossero rudimentali e spesso associate a rischi elevati. Durante questo periodo, la chirurgia era limitata e le operazioni erano estremamente dolorose e pericolose, con scarse possibilità di sopravvivenza a causa delle infezioni post-operatorie e della mancanza di anestesia adeguata.
La prima operazione di mastoplastica riduttiva documentata risale al 1895, eseguita dal chirurgo austriaco Vincenz Czerny. Czerny è noto per aver eseguito una riduzione mammaria su una paziente che aveva un seno eccessivamente grande a causa di un lipoma, una massa benigna di tessuto adiposo. Anche se la procedura non era specificamente una mastoplastica riduttiva come la conosciamo oggi, segna un importante passo avanti nella chirurgia del seno.
Nei primi decenni del XX secolo, i chirurghi iniziarono a sviluppare tecniche più avanzate per la riduzione del seno. Le tecniche erano ancora piuttosto rudimentali, con una forte enfasi sulla rimozione di grandi quantità di tessuto mammario senza molta considerazione per l'aspetto estetico finale o per la preservazione della funzione del capezzolo.
Nel 1922, il chirurgo francese Eugene Holländer introdusse una tecnica che prevedeva la rimozione di pelle e tessuto mammario in eccesso, seguita dalla riposizione del capezzolo. Questa tecnica rappresentò un importante progresso, ma comportava ancora cicatrici significative e la perdita di sensibilità del capezzolo.
Negli anni '50 e '60, la chirurgia estetica subì importanti sviluppi, con tecniche di riduzione del seno che iniziarono a concentrarsi non solo sulla riduzione del volume, ma anche sul miglioramento dell'aspetto estetico. Chirurghi come Pitanguy e McKissock contribuirono significativamente alla standardizzazione delle tecniche di mastoplastica riduttiva, introducendo incisioni più precise e metodiche per mantenere la vitalità del complesso areola-capezzolo.
Le tecniche che emersero in questo periodo includevano l'incisione a "T invertita" o a "ancora", che divenne la tecnica standard per molti decenni, grazie alla sua capacità di fornire risultati più esteticamente gradevoli con cicatrici relativamente ben posizionate.
Negli anni '70 e '80, ulteriori miglioramenti furono apportati alle tecniche di mastoplastica riduttiva, con un'enfasi crescente sulla conservazione della funzione del capezzolo e della sensibilità, nonché sulla riduzione al minimo delle cicatrici visibili. La tecnica del "peduncolo superiore", che mantiene l'apporto di sangue al capezzolo durante la riduzione, divenne popolare per la sua capacità di preservare meglio la sensibilità.
Negli anni '90, la chirurgia plastica vide un aumento della personalizzazione delle tecniche, con approcci diversi a seconda delle caratteristiche individuali della paziente. Tecniche meno invasive e con cicatrici ridotte cominciarono a emergere, come la tecnica a "cicatrice corta" o "verticale", che limitava l'estensione delle cicatrici.
Attualmente, la mastoplastica riduttiva è una procedura ben consolidata, con un'ampia gamma di tecniche disponibili per soddisfare le esigenze specifiche di ciascuna paziente. La sicurezza dell'intervento è aumentata grazie ai progressi nell'anestesia, nelle tecniche chirurgiche e nella gestione post-operatoria. I chirurghi plastici moderni sono in grado di ottenere risultati altamente personalizzati, con un focus sia sulla funzione che sull'estetica.
Inoltre, l'evoluzione della consapevolezza e delle aspettative delle pazienti ha portato a un maggiore interesse per le soluzioni che bilanciano il desiderio estetico con la salute fisica, come la riduzione del rischio di complicanze post-operatorie e la minimizzazione delle cicatrici.
In sintesi, la storia della mastoplastica riduttiva riflette l'evoluzione della chirurgia plastica da una pratica primitiva e pericolosa a un'arte medica sofisticata che combina sicurezza, funzione e bellezza.
Non esistono limiti di età per sottoporsi a questo tipo di intervento, ma è preferibile attendere il completo sviluppo del seno che avviene generalmente intorno ai 16 anni e in alcuni casi alla maggiore età.
La mastoplastica riduttiva può essere eseguita in combinazione con altri interventi chirurgici estetici o ricostruttivi per ottimizzare i risultati complessivi e risolvere più problematiche in un'unica procedura. Ecco alcuni degli interventi che possono essere eseguiti insieme alla mastoplastica riduttiva:
La mastoplastica riduttiva è una procedura chirurgica relativamente complessa che dà in genere ottimi risultati, di grande soddisfazione sia per la paziente che per il chirurgo che la esegue. Quando questo tipo di intervento viene eseguito da uno specialista in chirurgia plastica, esperto nel modellamento del seno e in strutture autorizzate, i risultati sono generalmente molto buoni. Si tratta comunque di una procedura chirurgica vera e propria dove le complicanze (sanguinamento, infezione) sono infrequenti ma possono comunque accadere ed essere facilmente risolte solo se l'intervento è eseguito da uno specialista all'interno di strutture debitamente autorizzate.
Per ridurre i rischi di complicanze è comunque fondamentale seguire attentamente i consigli e le istruzioni che vi darà il chirurgo prima e dopo l'intervento. Le fumatrici dovrebbero diminuire l'uso di sigarette perché il fumo può aumentare il rischio di complicanze e causare ritardi di guarigione.
Prima di procedere all ’intervento di riduzione del volume del seno è necessario sottoporsi ad un’accurata visita specialistica durante la quale il chirurgo misurerà le dimensioni, la forma e la posizione delle mammelle, dell’areola e del capezzolo, ed esaminerà la qualità e le caratteristiche dei tessuti mammari al fine di individuare il grado di ipertrofia mammaria e scegliere la tecnica chirurgica che consenta di conferire al vostro seno un volume adeguato ed una forma armoniosa con un ridotto esito cicatriziale. Durante la visita il chirurgo dovrà valutare il vostro stato di salute attuale e pregresso in modo da escludere la presenza di complicazioni quali pressione alta, problemi di coagulazione o di cicatrizzazione, che potrebbero compromettere l’esito finale dell’intervento. Vi fornirà inoltre informazioni sul tipo di alimentazione da seguire prima e dopo l’intervento e sulla possibilità di assumere farmaci, alcool e sigarette.
La mastoplastica riduttiva viene generalmente eseguita in anestesia generale con o senza intubazione (cioè solo con l’ausilio della maschera laringea) in regime di day-hospital.
In caso di ipertrofie severe o gigantomastie, l’intervento viene eseguito in anestesia generale e richiede una o due notti di ricovero in clinica.
Prima dell’intervento l’anestesista procederà ad un’attenta visita pre-operatoria e prescriverà un elenco di esami di routine quali: Elettrocardiogramma Emocromo PT, PTT, fibrinogeno Elettroliti Glicemia, azotemia, creatinemia Sierologia (virus epatite B, C e HIV) Visita senologica con ecografia mammaria e/o mammografia
A seconda che si tratti di piccole, medie o grandi riduzioni, le incisioni possono essere effettuate solo intorno all'areola o scendere verticalmente fino al solco sottomammario e lungo la piega inferiore del seno (cosiddetta incisione a forma di ancora o a T rovesciata). La mastoplastica riduttiva lascerà cicatrici permanenti che resteranno comunque nascoste all'interno del reggiseno o del costume da bagno.
L'intervento di mastoplastica riduttiva dura da un'ora e mezzo a circa tre ore, è assolutamente indolore e termina con una piccola medicazione e l'uso di un reggiseno.
Nelle 48 ore successive all'intervento di mastoplastica riduttiva dovrete rimanere a riposo. Nei primi due giorni potranno apparire gonfiore ed ecchimosi intorno alla regione trattata. Raramente si possono verificare sanguinamenti, infezione, cicatrici cheloidee e alterazioni della sensibilità dell'areola e del capezzolo (soprattutto in pazienti fumatrici) e difficoltà a futuri allattamenti. A partire dal terzo giorno potrete riprendere a svolgere una vita normale evitando però attività faticose, saune, bagni turchi e l'esposizione al sole. Dopo 7-10 giorni potrete riprendere la vostra attività lavorativa se non eccessivamente faticosa. A tre settimane dall'intervento chirurgico riprenderete progressivamente a svolgere tutte le normali attività compresa quella sportiva.
Il risultato estetico conseguibile con questo tipo di intervento è generalmente molto soddisfacente e duraturo ma non permanente, in quanto sarà sempre condizionato dal vostro stile di vita (aumento e perdite di peso, gravidanze, fumo, ecc.) e dagli inevitabili effetti della gravità e dell'invecchiamento.
La mastoplastica riduttiva ha un costo che può variare dagli 8.000 € ai 12.000 € a seconda del fatto che l’intervento sia eseguito in day hospital o in regime di ricovero.
D. Ho 15 anni e ho già un seno molto grande (7° misura). Che problemi mi potrebbe provocare in futuro?
R. La gigantomastia (o ipertrofia mammaria), cioè l'eccessivo volume e peso del seno, può provocare disturbi come dolore alla schiena, soprattutto alla regione cervicale e lombare, dolore alla regione mammaria, a volte problemi di respirazione, ulcerazione nella piega sottomammaria e in corrispondenza delle spalline del reggiseno, nonché problemi psicologici e sociali che possono condizionare la donna nella vita quotidiana e/o nell'attività sportiva e sessuale.
D. Da cosa dipende l'eccessivo volume del seno e come può essere ridotto? E' sufficiente una dieta?
R. Nelle donne non in sovrappeso, l'eccessivo volume del seno è predeterminato fin dalla nascita. In una donna intorno ai 20 anni, il volume del seno è costituito per circa il 50% da tessuto ghiandolare e per circa il 50% da tessuto adiposo (grasso). Negli anni la percentuale di tessuto ghiandolare diminuisce per essere sostituita da tessuto adiposo. Per diminuire il volume di un seno troppo grande non è sufficiente la dieta o l'esercizio fisico in quanto né l'una né l'altro agiscono sulla percentuale di tessuto ghiandolare che può essere ridotto solo mediante un intervento di mastoplastica riduttiva.
D. Dopo un intervento di riduzione del seno, potrò allattare normalmente?
R. Le donne operate di mastoplastica riduttiva possono avere dei problemi ad allattare, soprattutto quando la riduzione del volume del seno sia stata particolarmente abbondante.
D. Come e dove vengono fatte le cicatrici nell'intervento di riduzione del seno?
R. A seconda che si tratti di piccole, medie o grandi riduzioni, le incisioni possono essere effettuate solo intorno all'areola o scendere verticalmente fino al solco sottomammario e lungo la piega inferiore del seno (cosiddetta incisione a forma di ancora o a T rovesciata). La mastoplastica riduttiva lascerà cicatrici permanenti più o meno visibili che resteranno comunque nascoste all'interno del reggiseno o del costume da bagno.
D. L'intervento di riduzione del seno è doloroso?
R. No. Dopo l'intervento può manifestarsi un lieve indolenzimento nella regione mammaria che potrà essere efficacemente controllato con degli analgesici.
D. Ho 38 anni e dopo due gravidanze il mio seno, che prima era una quarta misura, è diventato più piccolo e cadente. Che cosa posso fare per tornare come ero prima?
R. L'intervento indicato per risolvere il suo problema è il lifting del seno, tecnicamente detto mastopessi. Le donne che richiedono questo tipo di intervento sono soprattutto quelle il cui seno ha perso la forma e il volume originari per effetto di fattori quali la gravidanza, l'allattamento, la forza di gravità e l'invecchiamento. L'intervento di mastopessi è particolarmente indicato per donne con seni piccoli e cadenti perché nel caso di seni molto abbondanti il risultato estetico ottenuto può venire successivamente compromesso dagli effetti della gravità. Se la paziente desidera risollevare il seno caduto e ripristinare il volume che è stato perso, è consigliabile associare alla mastopessi anche l'inserimento di una piccola protesi mammaria.
D. Vorrei risollevare il seno senza però mettere delle protesi. Esiste un intervento che mi dia questo risultato senza lasciare cicatrici?
R. No. L'intervento di mastopessi comporta necessariamente delle cicatrici o solo intorno all'areola (nelle piccole mastopessi round-block) o periareolare e verticalmente fino al solco sottomammario (mastopessi a cicatrice verticale) o anche lungo la piega inferiore del seno (mastopessi a T rovesciata o ad ancora).
D. Le cicatrici nella mastopessi e nella mastoplastica riduttiva sono molto evidenti?
R. La mastopessi e la mastoplastica riduttiva lasciano cicatrici la cui migliore o peggiore qualità dipenderà non solo dall'abilità del chirurgo ma soprattutto dalla capacità congenita di cicatrizzare della singola paziente.
D. Dopo l'intervento di riduzione del seno, la sensibilità del capezzolo resterà la stessa?
R. Talvolta si può verificare un'alterazione della sensibilità dell'areola e del capezzolo che è nella maggior parte dei casi transitoria e solo raramente permanente.
Articolo scritto dal Professor Mario Dini medico chirurgo Laureato all'Università degli Studi di Firenze e specializzato in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica presso l'Università degli Studi di Catania. Abilitato alla professione medica sia in Italia che negli U.S.A. e in Canada (Usmle). Già Primario del Reparto Universitario-Ospedaliero di Chirurgia Plastica del Centro Traumatologico Ortopedico (CTO) dell'Azienda Ospedaliera di Careggi e Professore Associato della Cattedra di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica dell'Università degli Studi di Firenze. Mario Dini ha partecipato a tirocini e aggiornamenti presso la Thomas Jefferson University di Philadelphia, l'Università di Porto Alegre in Brasile e l'Università di Parigi. Il Prof. Mario Dini ha all'attivo oltre 12000 interventi chirurgici e autore di oltre 160 pubblicazioni.