Il lipofilling è un innesto di tessuto autologo attuato mediante l’infiltrazione di grasso prelevato dalla stessa paziente. Il tessuto adiposo (grasso) viene aspirato dove è in eccesso mediante piccole cannule collegate a siringhe e reiniettato dopo alcuni minuti nell'area che deve essere trattata.
Poiché negli innesti non viene conservata alcuna connessione vascolare con il sito donatore, il tessuto trasferito può sopravvivere nella nuova sede soltanto se si trova a diretto contatto con altri tessuti ben vascolarizzati dai quali trarrà nutrimento per imbibizione o formando nuove connessioni vascolari.
La tecnica del lipofilling è quindi indicata per piccole correzioni da attuarsi mediante infiltrazione di piccole quantità di grasso in tessuti ben vascolarizzati, e non per innesti di grandi quantità in quanto in questi ultimi casi si rischia che le cellule adipose iniettate non vengano a contatto con i tessuti vascolarizzati e vadano incontro a necrosi ed infezioni.
Per ovviare a queste problematiche, nel 1998 il Dott. Sidney Coleman ha ideato una sua personale tecnica, nota con il nome di “lipostruttura”, che permette di ottenere gli stessi risultati del lipofilling superandone i limiti.
Il primo limite del lipofilling tradizionale è rappresentato dal fatto che una notevole quantità di cellule adipose venivano danneggiate dalla procedura di aspirazione e, una volta infiltrate, non erano in grado di attecchire e sopravvivere.
La lipostruttura prevede, invece, che il tessuto adiposo venga prelevato con siringhe molto piccole, aspirato a bassa pressione e successivamente centrifugato per separare le cellule adipose vitali da quelle danneggiate e dai loro sottoprodotti. In questo modo vengono infiltrate esclusivamente cellule integre, in grado di attecchire nella loro nuova sede e sopravvivere.
Il secondo limite, superato con successo dalla tecnica di Coleman, è rappresentato dalla necessità di porre tutte le cellule infiltrate a diretto contatto con tessuti ben vascolarizzati.
Per evitare questo problema, la lipostruttura prevede che l'infiltrazione del grasso avvenga mediante molteplici piccolissimi tunnel, in ciascuno dei quali viene depositata una minima quantità (meno di 0,1 ml) di tessuto adiposo. La rete dei tunnel nei quali si infiltra il grasso crea così una “struttura” disposta su vari strati, da cui ha tratto il nome questa nuova procedura.
La lipostruttura consente quindi di utilizzare il grasso corporeo come filler permanente per la correzione di numerosi difetti, anche se permangono tuttora alcune limitazioni dovute sia alla quantità assoluta di grasso iniettabile che alle particolarità delle varie sedi anatomiche da trattare.
L'idea di utilizzare il grasso proveniente dallo stesso paziente come materiale di riempimento (filler) fu usata alla fine dell’800 da Neuber per trattare difetti del viso.
Nel 1910 Lexer pubblicò un articolo sull’uso del grasso in chirurgia plastica per aumentare il mento e le regioni zigomatiche, e per riempire le rughe.
Nel 1950 Peer pubblicò uno studio che descriveva il comportamento del tessuto adiposo autologo innestato nello stesso paziente per la correzione del profilo corporeo. Questa tecnica, denominata “lipofilling”, si diffuse rapidamente ma presentava alcuni limiti dovuti al parziale riassorbimento del grasso iniettato e alla scarsa durata della correzione, e andava incontro ad alcune complicanze quali necrosi e infezioni.
Nel 1998 Coleman ha proposto una nuova tecnica, come si anticipava prima, da lui denominata lipostructure (lipofilling strutturato o lipostruttura) che consente di superare i limiti ed evitare le complicanze del lipofilling attraverso una speciale tecnica di preparazione ed infiltrazione del tessuto adiposo.
Fra i vari studi che sono stati effettuati nel mondo scientifico sul lipofilling, anche presso il reparto di Chirurgia Plastica Ricostruttiva dell'Università degli Studi di Firenze, diretto dal Prof. Mario Dini e il Dipartimento di Patologia e Oncologia Sperimentale diretto dal Prof. Sergio Capaccioli, è stato effettuato uno studio su un nuovo metodo per ridurre il danno provocato alle cellule adipose durante la purificazione e rendere quindi disponibile al chirurgo una maggior quantità di tessuto vitale.
La nuova tecnica messa a punto dal Reparto di Chirurgia Plastica Ricostruttiva dell'Università degli Studi di Firenze, consente di ridurre il danno provocato alle cellule adipose dal processo di purificazione e di disporre di una maggior quantità di tessuto vitale da infiltrare.
Questa tecnica consiste nello stendere il grasso prelevato su una garza sterile a doppio strato per cinque minuti, in modo da separare lo strato oleoso e il sangue dal tessuto adiposo.
Questo metodo di filtrazione-assorbimento determina un minor danno alle cellule adipocitarie rispetto al metodo Coleman, permettendo di trasferire una maggiore quantità di cellule vitali nel sito ricevente.
La tecnica della lipostruttura è indicata per il ringiovanimento del viso e delle mani, per modificare il profilo di alcune aree del volto (zigomi, labbra, solchi naso-genieni, mento, mandibola), per correggere atrofie tissutali localizzate (come quelle conseguenti a iniezione intramuscolare di corticosteroridi) o atrofie più vaste di origine traumatica o iatrogena e per eliminare l’atrofia adiposa che compare in pazienti HIV positivi sottoposti a terapia con farmaci inibitori delle proteasi.
L'infiltrazione di grasso autologo è usata anche per aumentare o correggere il volume del seno e per migliorare la consistenza e l’estetica del tessuto mammario compromesso da eventi iatrogeni (esiti di radioterapia, ricostruzione mammaria con espansori o protesi, ecc.).
Le principali applicazioni della lipostruttura sulla mammella sono:
1) Piccole mastoplastiche additive
L’uso del lipofilling e della lipostruttura per aumentare il volume della mammella è stato a lungo dibattuto a causa della possibile formazione di noduli calcifici derivanti dalla liponecrosi, che possono creare immagini ambigue e simulare o nascondere una lesione cancerosa alla mammografia. Uno studio effettuato da Brown, Sargent e Coehn ha evidenziato che tutte le procedure chirurgiche sulla mammella causano noduli e/o cambiamenti mammografici e che la differenziazione post-operatoria tra le calcificazioni benigne e il carcinoma può essere fatta con un elevato tasso di sicurezza.
2) Correzione delle deformità del contorno della mammella
Al termine della ricostruzione mammaria, sia con tessuto autologo che mediante l'utilizzo di impianti, possono spesso residuare aree con contorno irregolare, in particolare nella porzione superiore della mammella. Queste imperfezioni, essendo facilmente visibili, possono influenzare negativamente la vita sociale della paziente. Il trapianto di grasso è la scelta ideale per correggere questo tipo di inestetismo.
3) Riduzione della contrattura capsulare
La lipostruttura può essere usata anche per correggere la contrattura capsulare. In una contrattura capsulare di grado 3 o 4, la lipostruttura, associata alla capsulotomia e all'impiego di una protesi più piccola, è un'ottima alternativa ad una ricostruzione della mammella con tessuto autologo.
4) Trattamento dei danni tissutali provocati da radioterapia
Un'altra importante indicazione del lipofilling e della lipostruttura è il trattamento dei danni indotti dalla radioterapia: le cellule staminali mesenchimali presenti nel tessuto adiposo permettono la rivascolarizzazione e quindi la guarigione dei tessuti danneggiati. Diversi studi hanno infatti dimostrato che la frazione vascolo-stromale del tessuto adiposo contiene una ricca riserva di cellule staminali multipotenti, con immunofenotipo e capacità pro-angiogenetiche comparabili alle cellule staminali derivanti dal midollo osseo; esse sono responsabili dei miglioramenti clinici osservabili dopo il trasferimento di tessuto adiposo nelle aree ischemiche.
5) Correzione di asimmetrie mammarie
6) Correzione dei difetti derivanti da una ricostruzione con protesi
7) Aumento di spessore della cute della regione mammaria funzionale alla ricostruzione mammaria con protesi
Prima di procedere all’intervento di lipofilling o lipostruttura è necessario sottoporsi ad un’accurata visita durante la quale il chirurgo esaminerà la localizzazione e l’entità delle correzioni da effettuare, e la qualità e le caratteristiche dei tessuti da impiantare al fine di individuare la tecnica chirurgica più adeguata al vostro caso.
Durante la visita il chirurgo valuterà il vostro stato di salute attuale e pregresso in modo da escludere la presenza di complicazioni (quali, ad esempio, pressione alta o problemi di cicatrizzazione o di coagulazione) che potrebbero influire sul risultato finale dell’intervento.
Vi saranno infine fornite istruzioni precise sull’alimentazione da seguire prima e dopo l’intervento, e sulla possibilità di assumere farmaci, alcool e sigarette.
Il lipofilling e la lipostruttura si articolano in tre fasi: il prelievo del tessuto adiposo, la sua purificazione mediante centrifugazione o filtrazione-assorbimento e il reinnesto nell’area da trattare.
Il prelievo del tessuto adiposo viene eseguito in anestesia locale con sedazione o in anestesia generale mediante delle micro ago-cannule collegate a piccole siringhe munite di un serbatoio per la raccolta del grasso e dei suoi derivati (cellule staminali, ecc.).
La fase di purificazione consiste nella separazione mediante centrifuga o filtrazione-assorbimento degli elementi cellulari (grasso, cellule staminali, ecc.) che il chirurgo desidera utilizzare.
L’intervento termina con il reinnesto del preparato nell'area ricevente mediante micro ago-cannule collegate a siringhe.
La durata dell’intervento, che può variare da 30 minuti a 2 ore, dipende dall'ampiezza dell’area da trattare e dai tempi tecnici necessari per la purificazione del tessuto adiposo.
L’intervento di lipostruttura viene generalmente eseguito in anestesia generale senza intubazione (cioè solo con l’ausilio della maschera laringea) e in regime di day hospital.
Il lipofilling può essere eseguito anche in anestesia locale con sedazione (ciò significa che la paziente sarà sveglia, ma rilassata e insensibile al dolore).
Prima dell’intervento l’anestesista procederà ad un’attenta visita pre-operatoria e prescriverà un elenco di esami di routine quali:
Elettrocardiogramma
Emocromo
PT, PTT, fibrinogeno
Elettroliti
Glicemia, azotemia, creatinemia
Sierologia (virus epatite B, C e HIV)
Al termine dell’intervento e nei giorni immediatamente successivi potranno apparire gonfiore ed ecchimosi intorno all’area donatrice e all’area ricevente.
A 3-4 giorni dall’intervento potrete riprendere la vostra attività lavorativa se non eccessivamente faticosa.
A 3 settimane dall’intervento chirurgico riprenderete progressivamente a svolgere tutte le normali attività compresa quella sportiva.
Il lipofilling del seno è indicato per le donne che desiderano:
Non esistono limiti di età per sottoporsi a questo tipo di intervento, ma è preferibile attendere il completo sviluppo del seno che avviene generalmente intorno alla maggiore età.
Il lipofilling del seno è una procedura relativamente semplice, sicura, microinvasiva e facilmente ripetibile in caso di parziale riassorbimento del grasso innestato. Numerosi studi, eseguiti dai più autorevoli centri di Chirurgia Plastica mondiali e pubblicati nelle più prestigiose riviste internazionali di Chirurgia Plastica, hanno dimostrato che l'intervento di lipofilling al seno non determina un ritardo diagnostico del carcinoma mammario, in quanto un radiologo esperto riesce a distinguere le calcificazioni legate al tumore da quelle dovute dalla liponecrosi del lipofilling.
Il lipofilling del seno rimane comunque un intervento chirurgico vero e proprio dove le rare complicanze (sanguinamento, infezione) possono essere facilmente risolte solo se l'intervento è eseguito da uno specialista in chirurgia plastica all'interno di strutture debitamente autorizzate. Per ridurre tali rischi è molto importante seguire i consigli e le istruzioni fornite dal chirurgo prima e dopo l'intervento.
Il lipofilling del seno può essere eseguito da solo o in associazione ad altri interventi di chirurgia plastica estetica (blefaroplastica, rinoplastica, lipofilling del volto, ecc.) o ricostruttiva (mastoplastica riduttiva di adeguamento, mastopessi di adeguamento, ecc.).
Durante la visita, il chirurgo plastico effettua un'accurata anamnesi per valutare stile di vita ed eventuali patologie ed un esame clinico nel corso del quale vengono individuate le zone delle mammelle da trattare, la loro estensione e la quantità di tessuto adiposo da infiltrare.
La pianificazione dell'intervento viene completata con l'elaborazione di un preciso disegno pre-operatorio delle aree interessate.
Prima dell'intervento il paziente riceve istruzioni specifiche sull'alimentazione pre- e post-operatoria, sull'assunzione di farmaci, alcool e sigarette.
Il lipofilling del seno può essere eseguito in anestesia locale con sedazione (ciò significa che sarete sveglie ma rilassate e insensibili al dolore), in regime di day-hospital, oppure in anestesia generale con una o due notti di ricovero in clinica.
Le piccolissime incisioni, di pochi millimetri, nelle sedi di prelievo vengono effettuate in aree ben nascoste, pertanto le cicatrici nella pratica clinica sono sostanzialmente invisibili. Nelle mammelle vi è assenza di esiti cicatriziali in quanto il lipofilling viene effettuato mediante micro-cannule senza alcuna incisione.
La durata di un intervento di lipofilling al seno di solito è compresa fra i sessanta minuti e le due ore, in funzione della quantità di grasso da impiantare nelle mammelle. L'intervento non è doloroso.
La procedura chirurgica termina con un bendaggio elasto-compressivo per ridurre eventuali ematomi o edemi nell'immediato post-operatorio.
Nel post-operatorio è previsto l'utilizzo di una guaina compressiva, per ridurre eventuali ecchimosi o gonfiori, che viene mantenuta generalmente per tre settimane dopo l'intervento. Sempre nel post-operatorio può essere presente un lieve indolenzimento delle aree trattate, controllabile comunque con antidolorifici di uso comune.
Il ritorno alle normali attività è graduale, nell'arco di alcune settimane.
Il risultato, apprezzabile già dopo le prime tre settimane, sarà definitivamente raggiunto a distanza di circa sei mesi dall'intervento.
Il risultato che si può ottenere dall'intervento di lipofilling del seno è generalmente molto soddisfacente, duraturo e, dopo un parziale riassorbimento del grasso iniettato variabile da individuo ad individuo, permanente. Proprio il parziale riassorbimento costituisce l'unico limite di questo intervento, che comunque può essere ripetuto per migliorare il risultato del lipofilling del seno a distanza di circa sei mesi dal primo intervento.
Il lipofilling al seno può avere costi e prezzi molto variabili. Infatti, se si tratta di un semplice lipofilling per migliorare il contour delle protesi e diminuire la palpabilità degli impianti mammari, il prezzo del lipofilling al seno si aggira intorno ai 3.000 €. Se, invece, si tratta di un lipofilling mirato ad un aumento di seno consistente nel volume e nella forma, il prezzo del lipofilling al seno può essere intorno ai 6.500 € . Se infine si tratta di una liposcultura mirata al rimodellamento corporeo di numerose aree anatomiche il prezzo dell'intervento è stabilito più dalla liposcultura che dal lipofilling del seno. In questo caso il costo dell'intervento si aggira intorno agli 8.000 €.
D. Devo prestare il mio consenso all'intervento chirurgico?
R. Sì, prima di sottoporsi al lipofilling del seno, il paziente deve rilasciare il proprio consenso informato all’intervento chirurgico.
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Articolo scritto dal Professor Mario Dini medico chirurgo Laureato all'Università degli Studi di Firenze e specializzato in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica presso l'Università degli Studi di Catania. Abilitato alla professione medica sia in Italia che negli U.S.A. e in Canada (Usmle). Già Primario del Reparto Universitario-Ospedaliero di Chirurgia Plastica del Centro Traumatologico Ortopedico (CTO) dell'Azienda Ospedaliera di Careggi e Professore Associato della Cattedra di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica dell'Università degli Studi di Firenze. Mario Dini ha partecipato a tirocini e aggiornamenti presso la Thomas Jefferson University di Philadelphia, l'Università di Porto Alegre in Brasile e l'Università di Parigi. Il Prof. Mario Dini ha all'attivo oltre 12000 interventi chirurgici e autore di oltre 160 pubblicazioni.