Il Prof. D’Andrea (SICPRE): la ricostruzione tappa fondamentale per la guarigione dopo l’asportazione di un tumore al seno.
In occasione dell'Ottobre Rosa, il mese dedicato alla prevenzione femminile, il 20 ottobre 2021 si celebra la Giornata Internazionale per la Consapevolezza della Ricostruzione Mammaria. Un appuntamento nato per informare e sensibilizzare le donne sulle possibilità offerte dalla chirurgia plastica per ricostruire una mammella dopo l’asportazione del tumore al seno.
Come ci illustra il Professor Francesco D’Andrea, Presidente della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva Rigenerativa ed Estetica (SICPRE) e Direttore del Dipartimento di Chirurgia Plastica ed Estetica del Policlinico Federico II di Napoli
«La ricostruzione mammaria gioca un ruolo centrale nel percorso che porta la donna a riappropriarsi del proprio corpo, perché consente di recuperare quella femminilità compromessa dalla patologia, conservando il più possibile l’aspetto, la simmetria, la forma e il volume del seno originari, restituendo così benessere e serenità alla paziente». Un intervento che, pur essendo completamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale, non avviene ovunque e con gli stessi risultati. «Purtroppo ci precisa il professore – non c'è un'omogeneità nelle proposte ricostruttive né nei risultati conseguiti anche perché troppo spesso le pazienti si rivolgono a chirurghi "improvvisati" che non hanno un'adeguata preparazione in materia di ricostruzione mammaria. Rivolgersi a specialisti in chirurgia plastica è garanzia di adeguata formazione in quest’ambito».
Rappresentando il 30,3% di tutti i tumori che colpiscono le donne e il 14,6% di tutti i tumori diagnosticati in Italia, in base ai dati diffusi per il 2020, il tumore al seno è ancora la neoplasia più frequente nel nostro Paese, con 54.976 nuove diagnosi in un anno. Un’incidenza che si mostra in leggera crescita soprattutto nelle donne più giovani, ma il cui tasso di mortalità è fortunatamente in diminuzione (nel 2020 i casi di morte si sono ridotti del 6% rispetto al 2015) anche se questa malattia continua ad essere la prima causa di morte per tumore nelle donne. «Ad oggi – spiega D’Andrea - la tendenza è quella di proporre a tutte le donne affette da cancro alla mammella un'opzione ricostruttiva sin dal momento dell'intervento chirurgico demolitivo. Tuttavia, il rapporto tra demolizione e ricostruzione rimane intorno al 50 % dei casi, valore che dobbiamo assolutamente portare al pareggio».
Intervento di chirurgia plastica che consente di ripristinare forme compromesse o perdute in seguito ad interventi chirurgici demolitivi, (tumorectomia, quadrantectomia e mastectomia per tumore della mammella) come per traumatismi o malformazioni congenite, la ricostruzione mammaria prevede generalmente l’impiego di tecniche che utilizzano protesi mammarie definitive o espansori temporanei o permanenti, oppure di quelle basate sul trasferimento di tessuto autologo (cioè prelevato dalla stessa paziente). La scelta della tecnica chirurgica avviene in base alle caratteristiche fisiche della paziente e all’entità dell’intervento demolitivo eseguito o da eseguire.
Allo scopo di ridare vigore ai tessuti compromessi dalla mastectomia e dalla radioterapia e permettere in un secondo momento l’inserimento di protesi od espansori, recentemente sono state introdotte nuove metodiche meno invasive che prevedono l’innesto di grasso proveniente dalla stessa paziente (lipofilling). A seconda dei casi, la ricostruzione della mammella può essere eseguita contemporaneamente alla fase demolitiva (ricostruzione immediata), oppure iniziata 6-12 mesi dopo l’intervento demolitivo (ricostruzione differita).
Articolo scritto dal Professor Mario Dini medico chirurgo Laureato all'Università degli Studi di Firenze e specializzato in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica presso l'Università degli Studi di Catania. Abilitato alla professione medica sia in Italia che negli U.S.A. e in Canada (Usmle). Già Primario del Reparto Universitario-Ospedaliero di Chirurgia Plastica del Centro Traumatologico Ortopedico (CTO) dell'Azienda Ospedaliera di Careggi e Professore Associato della Cattedra di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica dell'Università degli Studi di Firenze. Mario Dini ha partecipato a tirocini e aggiornamenti presso la Thomas Jefferson University di Philadelphia, l'Università di Porto Alegre in Brasile e l'Università di Parigi. Il Prof. Mario Dini ha all'attivo oltre 12000 interventi chirurgici e autore di oltre 160 pubblicazioni.