Il boom registrato ultimamente da FaceApp sta portando sempre di più le persone a relazionarsi diversamente con il proprio aspetto. La famosa applicazione per Android e iOS permette di modificare le proprie foto attraverso un algoritmo che sfrutta un sistema di intelligenza artificiale, machine learning e computer vision. I risultati sono sbalorditivi: con pochi click si può ottenere una previsione verosimile di se stessi da giovani o da vecchi. La cura del proprio aspetto è, ormai, sempre più sinonimo di cura di sé stessi. Il proprio corpo e la propria immagine sono i primi e più importanti intermediari per una socialità sana e appagante.
Non solo, infatti, piacersi a pieno permette di avere maggior sicurezza in sé stessi, ma il proprio aspetto è anche la prima cosa su cui si soffermano le altre persone: ancor prima di iniziare una conversazione l’occhio ha già ampiamente analizzato chi sta di fronte.
Tra i filtri più comuni su FaceApp vi sono quelli che ringiovaniscono e che invecchiano. L’algoritmo dell'applicazione è tale che le sue valutazioni vengono fatte su una vostra foto precisa, quindi il risultato che si ottiene, ad esempio, volendosi vedere più giovani, non vi riporterà indietro nel tempo.
Le modifiche alla foto, infatti, vanno ad intervenire sui caratteri somatici del vostro stato presente: più che un salto nel passato, dunque, potrebbe sembrare una vera e propria simulazione di un intervento di chirurgia plastica estetica. Vengono prese in considerazione le stesse aree anatomiche sulle quali potrebbe concentrarsi un intervento di chirurgia plastica estetica, come ad esempio la rinoplastica che resta uno degli interventi più richiesti in assoluto da uomini e donne.
Sebbene il risultato proposto dall’applicazione resti esclusivamente virtuale, la diffusione di FaceApp, esattamente come già accaduto con l'esplosione della condivisione delle foto via social, potrebbe avere delle conseguenze anche sulle scelte di chirurgia estetica. La percezione di sé permessa da FaceApp, infatti, si basa enormemente sulla accentuazione e sulla rimozione di quei piccoli dettagli del proprio aspetto più suscettibili, quelli che si vorrebbe cambiare. Una ruga di troppo, quel sopracciglio cadente, il naso che diventa fin troppo protagonista potrebbero essere elementi estetici da correggere finché si è in tempo.
Ciò che viene riproposto è un modello unicamente ideale, spesso irrealizzabile, ma non è da escludere che in futuro l’impatto di applicazioni simili possano portare un numero crescente di persone a maturare la decisione di rivolgersi a un professionista per modificare/migliorare il proprio aspetto.
Il rapporto tra FaceApp e la chirurgia plastica estetica è molto alla lontana: le due, infatti, oltre ad intervenire sulle stesse aree anatomiche, condividono ben poco. FaceApp introduce una simulazione unicamente ideale, che non è detto si avvicini ai risultati che si possono ottenere con la chirurgia plastica.
Molto spesso le persone si rivolgono ad un professionista desiderando risultati analoghi a quelli mostrati in una foto di loro da giovani. In effetti quella proposta dall’App è un’immagine idealizzata dove potenzialmente una persona può piacersi anche più di quanto si veda in vecchie foto.
Non bisogna mai però trascurare che per un chirurgo plastico, la sicurezza del paziente viene prima di tutto e anche le modifiche più leggere vanno ponderate attentamente. Non sempre si può fare esattamente quello che il paziente richiede.
Essere consapevoli e coscienti del proprio aspetto non è mai sbagliato, ma troppo spesso la disinformazione conduce ad aspettative irrealizzabili. La chirurgia plastica estetica è una scienza che interviene direttamente sul corpo cercando di essere il meno invasiva possibile. Consultare sempre uno specialista è l’unico modo possibile per evitare che la “febbre da FaceApp” si trasformi in un’ossessione e travalichi i confini dello scherzo e del divertimento.
Articolo scritto dal Professor Mario Dini medico chirurgo Laureato all'Università degli Studi di Firenze e specializzato in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica presso l'Università degli Studi di Catania. Abilitato alla professione medica sia in Italia che negli U.S.A. e in Canada (Usmle). Già Primario del Reparto Universitario-Ospedaliero di Chirurgia Plastica del Centro Traumatologico Ortopedico (CTO) dell'Azienda Ospedaliera di Careggi e Professore Associato della Cattedra di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica dell'Università degli Studi di Firenze. Mario Dini ha partecipato a tirocini e aggiornamenti presso la Thomas Jefferson University di Philadelphia, l'Università di Porto Alegre in Brasile e l'Università di Parigi. Il Prof. Mario Dini ha all'attivo oltre 12000 interventi chirurgici e autore di oltre 160 pubblicazioni.