Non solo rinoplastica: il profilo perfetto coinvolge mento e zigomi e promette di regalare armonia al volto grazie a tecniche chirurgiche che garantiscono tempi di ripresa minimi e risultati sempre più apprezzabili.
Conferire al profilo un aspetto armonioso e naturale correggendo i punti chiave del volto, ritrovare la giusta
proporzione tra i tre piani che lo compongono (fronte-occhi, naso-guance, bocca-mento) spingendosi oltre la regolarità dei lineamenti.
È l’ambizioso intento dell’intervento di
profiloplastica, fra le tecniche di chirurgia combinata più richieste e considerate degli ultimi anni. In grado di migliorare in maniera rilevante l’aspetto del viso senza per questo stravolgerne la struttura, contribuisce ad accrescere la propria autostima restituendo al paziente una versione migliorata di sé.
Associati all’intervento di rinoplastica o eseguiti in maniera indipendente, mentoplastica e malaroplastica puntano rispettivamente a correggere una sproporzione del mento e modificare forma e volume degli zigomi.
Vediamo di conoscere più nel dettaglio le caratteristiche di questi due interventi.
Spesso trascurato rispetto a pregi più evidenti e imperfezioni meno tollerate, il mento ha in realtà un ruolo centrale nella definizione dell’armonia di un profilo e una sua corretta proporzione, insieme con quella della mandibola e della mascella, contribuisce innegabilmente a rendere più attraente un viso, sia maschile che femminile. Se un bel mento nella donna è riferito a grazia e delicatezza, nell’uomo viene collegato a debolezza o assertività, secondo l’aspetto più o meno sfuggente o pronunciato dell’osso mandibolare.
Distinta in additiva e riduttiva, la mentoplastica è adesso in grado di correggere sproporzioni dovute a forme sia spigolose che sfuggenti, asimmetriche come eccessivamente pronunciate. Mentre la mentoplastica additiva comporta l’inserimento di un’apposita protesi volta ad accrescere la proiezione del mento o ad aumentarne la larghezza, quella riduttiva consiste nell’asportazione e rimodellamento di una porzione di osso attraverso una piccola incisione all’interno della bocca oppure nel sottomento.
In entrambi i casi l’intervento viene generalmente eseguito in anestesia locale con sedazione e in regime di day hospital, le cicatrici sono assolutamente invisibili e, con i dovuti accorgimenti, è possibile tornare alla vita normale nel giro di pochi giorni.
Zigomi alti, evidenti e ben scolpiti migliorano la conformazione del volto, ne definiscono la silhouette, rendono lo sguardo più interessante e la pelle più giovane e fresca, contribuendo a limitare il normale cedimento cutaneo.
Se con noi la natura non è stata così generosa e il gioco di chiaroscuri suggerito dai make up artist non basta a garantire un risultato al livello di Keira Knightley o Bradley Cooper, ecco che la chirurgia estetica è pronta a venirci in soccorso sopperendo al deficit volumetrico con l’applicazione di protesi in silicone modellate secondo le esigenze del paziente eseguita grazie all’intervento di malaroplasticachirurgica.
Una soluzione che, contrariamente all’’iniezione di filler riassorbibili, è la sola a garantire risultati definiti e permanenti. La tecnica del Lipofilling (trapianto di grasso autologo prelevato da altre aree corporee), consente di ottenere risultati permanenti ma meno decisi e prevedibili rispetto alle protesi. Se il paziente vuole ricorrere alle tecniche più rapide e meno invasive, che sono sicuramente in grado di assicurare esiti soddisfacenti ed effetti naturali ma i cui risultati saranno limitati nel tempo, le iniezioni di filler a base di acido ialuronico sono la soluzione migliore.
La scelta fra la tecnica chirurgica da adottare spetterà comunque al chirurgo estetico durante la visita specialistica preliminare all’intervento e verrà decisa, oltre che dalle condizioni di salute del paziente e dello stato tissutale del volto e della zona malare, anche in base alle aspettative personali e agli obiettivi estetici che ci si prefigge.
Articolo scritto dal Professor Mario Dini medico chirurgo Laureato all'Università degli Studi di Firenze e specializzato in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica presso l'Università degli Studi di Catania. Abilitato alla professione medica sia in Italia che negli U.S.A. e in Canada (Usmle). Già Primario del Reparto Universitario-Ospedaliero di Chirurgia Plastica del Centro Traumatologico Ortopedico (CTO) dell'Azienda Ospedaliera di Careggi e Professore Associato della Cattedra di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica dell'Università degli Studi di Firenze. Mario Dini ha partecipato a tirocini e aggiornamenti presso la Thomas Jefferson University di Philadelphia, l'Università di Porto Alegre in Brasile e l'Università di Parigi. Il Prof. Mario Dini ha all'attivo oltre 12000 interventi chirurgici e autore di oltre 160 pubblicazioni.